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Una lettura psicosomatica del mal di schiena

Si sa che la stazione eretta sta in relazione con lo sviluppo della coscienza e che questa è il prodotto della conoscenza, del nostro fare ispirato dai nostri bisogni, desideri, sentimenti, pensieri, esperienze dirette dalla nostra volontà.

La coscienza viene sospesa nelle ore notturne per lasciare spazio al riposo, alla passività e all’abbandono, al sogno, e quindi all’inconscio.

Anche il nostro corpo, come il sogno, è il luogo dell’inconscio. In esso si esprimono e si rispecchiano i nostri stati psichici, che siano di benessere o di malessere.

Osservando il nostro corpo possiamo renderci conto di ciò che si agita in noi al di sotto della superficie.

La colonna vertebrale è l’asse portante del nostro corpo, la sua linea sagittale ne delinea la simmetria destra-sinistra, simmetria che ritroviamo in una parte dei nostri organi come anche nei lobi del nostro cervello. La sua linea trasversale ne evidenzia una parte superiore e una parte inferiore, e infine possiamo osservare una parte anteriore, un davanti, e una parte posteriore, un dietro. Queste semplici evidenti caratteristiche rimandano al valore simbolico di questi tratti.

La colonna vertebrale, in quanto colonna e pilastro, avvicina simbolicamente l’uomo all’albero.

Le sue radici che affondano nella terra sono simbolicamente affini alle nostre parti istintuali, le nostre radici più arcaiche, la sessualità e l’aggressività, che abbiamo in comune con gli altri animali.

La nostra colonna è affine al tronco, rappresenta il nostro ”io” e la volontà che lo anima. Come l’albero, l’io deve essere sufficientemente rigido e robusto e al tempo stesso elastico e flessibile per sostenere l’urto con il mondo esterno, con le sue necessità di adattamento, e con il mondo interno e i suoi bisogni. I rami assomigliano simbolicamente alle nostre braccia, e le foglie rappresentano il nostro contatto con la dimensione aerea. Le foglie sono affini ai nostri polmoni, organi dello scambio e quindi della relazione con il mondo che ci circonda.

L’albero è anche simbolo di spiritualità e ben rappresenta la condizione umana, che affonda le radici nella terra del proprio ancestrale passato biologico, ma si protende verso il cielo alla ricerca di spiritualità. Infine l’albero è simbolo del divenire. Come la vita dell’uomo, l’albero attraversa stagioni di crescita, morte e rinascita e questo processo, così ben visibile nel mondo vegetale, è l’essenza stessa della nostra vita e della vita più in generale. Nascita- crescita- morte- rinascita è un processo eterno ed universale, è l’essenza di tutto ciò che vive.

La colonna ha una funzione di sostegno del nostro corpo, è una struttura fissa, ma ciò che la rende rigida, e al contempo capace di movimento, sono i muscoli e i legamenti che la ancorano al bacino.

La sua elasticità e mobilità è invece garantita dalla sua formazione a segmenti sovrapposti e mobili l’uno sull’altro. L’osso, che è la sostanza di cui è costituita la colonna è una materia dura, è un tessuto resistente, ha una composizione minerale, protegge le parti più delicate del nostro corpo, il cervello, gli organi dentro la cassa toracica, il midollo. Al suo interno l’osso è concavo e contiene una materia molle, il midollo, che fa parte del sistema nervoso.

Il mal di schiena ci porta ad esplorare il tema dell’osso e del muscolo, il tema del “duro” e del “molle”. La colonna vertebrale, con la sua “durezza”, è ciò che ci consente la stazione eretta e questo, insieme ad un cervello più sviluppato, è ciò che ci distingue dal mondo animale.

Duro-molle, rigido-elastico, fisso-mobile, verticale-orizzontale, sopra-sotto, davanti-dietro, destra-sinistra, attività-passività, coscienza-inconscio, maschile-femminile sono i poli dialettici simboliciesperienziali che incontriamo nella dimensione della colonna.

Approfondendo il nostro sguardo possiamo cogliere anche che l’osso, in quanto materia dura e quasi indistruttibile, ci rimanda al pensiero dell’eternità e della morte stessa. Lo scheletro è un simbolo di morte, ma è anche un simbolo di vita, in quanto l’osso contiene al proprio interno il sangue che è espressione delle nostre emozioni e della nostra vitalità.

Vita e morte, permanenza e caducità altri temi dialettici che si insinuano nei nostri pensieri e che fanno parte dei nostri vissuti, riconducibili all’osso.

Le varie affezioni che possono colpire la nostra colonna ci informano sulla natura delle difficoltà che stiamo attraversando, sul livello di stress che il nostro psicosoma sta sopportando, sui blocchi emotivi sottratti alla nostra vista ma dolorosamente percepiti.

L’irrigidimento dei muscoli lungo la spina dorsale, attraverso il quale ci difendiamo da certe emozioni, può interessare in particolare alcune aree ed è significativo considerare in quale specifiche zone si avverte il dolore.

Il tratto toracico è in relazione al mondo degli affetti. Il tratto cervicale è il tramite fra il pensiero (la testa) e gli affetti (il torace). Il tratto lombo sacrale è in relazione con il mondo istintuale (sessualità... aggressività..).

In relazione al tratto colpito  potremo orientare il nostro sguardo nelle specifiche direzioni e ambiti delle nostre tensioni e dei nostri conflitti. Quando avvertiamo preoccupazioni, ansie, paure, o emozioni che sentiamo come scomode e minacciose, istintivamente ce ne difendiamo attraverso un irrigidimento muscolare e una rimozione totale o parziale di quanto  si sta affacciando alla nostra coscienza. In questo modo, creiamo dei veri e propri blocchi emotivi che trovano l’unico canale espressivo della tensione muscolare. Però se questa permane per lunghi periodi o addirittura  se è cronicamente presente, può provocare  alterazioni della colonna e sindromi dolorose. 

Tutte le alterazioni della colonna ci rimandano in primo luogo al tema dell’equilibrio, alla fatica di mantenerlo, alle cause che lo compromettono, al bisogno di ritrovarlo. Ci fanno pensare poi al tema della rigidità, infatti un albero poco flessibile si spezza più facilmente per la furia del vento che un esile giunco. A volte poi il peso che portiamo nel nostro vivere rischia di schiacciarci tanto da produrre accentuazioni ed alterazioni delle normali curve dorsali e protrusioni nei nostri dischi vertebrali.

In ultima analisi l’osso e quindi la colonna vertebrale, racchiudono una molteplicità di significati e di temi simbolici che rimandano ai nodi più importanti della nostra identità.


Dott.ssa Maria Gurioli
Psicologa e Psicoterapeuta

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Dr.ssa Maria Gurioli

Psicologa e Psicoterapeuta a Ferrara
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