Rapporto corpo mente

Le antiche scuole di pensiero concepivano la malattia come uno stato di squilibrio e concepivano mente e corpo come un’unità. Tale impostazione medica si è andata via via perdendo con l’avvento del pensiero scientifico, per cui la medicina si è orientata verso la conoscenza dei processi biologici trascurando i processi psicologici che, per loro natura, sfuggono ad una osservazione quantificabile.

Soltanto negli ultimi decenni si è andata affermando l’esigenza di una visione più globale ed unitaria dei processi del corpo e di quelli della psiche tanto che il pensiero psicosomatico li considera come un tutto integrato e interdipendente.

Si deve alla psicanalisi una delle chiavi di lettura più importanti che stanno alla base della psicosomatica e in specifico gli studi di Sigmund Freud sull’isteria sono stati una vera pietra miliare. Freud ebbe modo di osservare che il paziente isterico pur non avendo nulla da un punto di vista clinico, pur essendo sano,  tuttavia  risulta malato. Si tratta di persone che manifestano sintomi invalidanti , come paralisi, cecità, incapacità di parlare, in assenza di qualsiasi oggettiva lesione di tipo neurologico. Egli dimostrò che la psiche ha il potere di provocare sintomi e alterazioni a livello biologico, e che la psiche stessa, attraverso un opportuno trattamento psicanalitico, ha il potere di indurre la risoluzione dei sintomi.

Per la prima volta si attribuiva alla parola un valore terapeutico. Ma Freud individuò anche un altro aspetto di basilare importanza, ovvero comprese il valore simbolico della malattia.

I sintomi dell’isteria, oltre ad avere una causa psicologica, erano espressivi di precisi conflitti. Se per esempio lo stato conflittuale riguardava l’andare in un certo posto, il sintomo si manifestava come paralisi. Se il conflitto riguardava il fatto di non volere vedere una certa situazione, il sintomo si manifestava come cecità. Dunque la ricaduta sul corpo di uno stato conflittuale non avviene a caso, ma c’è una relazione simbolica fra sintomo e conflitto sotteso.

Tale lettura rimase all’inizio circoscritta all’isteria, solo  in seguito fu estesa agli altri quadri morbosi. Freud poté fare questa eccezionale scoperta avendo postulato l’esistenza dell’inconscio.

La coscienza non è che una piccola parte della nostra psiche, la maggior parte di essa è inconscia, ed è conoscibile solo attraverso i sogni o i sintomi. I sogni e i sintomi sono il linguaggio stesso dell’inconscio, tanto quanto il pensiero e la parola sono il linguaggio della coscienza.

Altro significativo concetto che ci viene dalla psicanalisi è quello di pulsione. Una energia vitale che ci anima, che nasce nel corpo ma che si esprime anche a livello psichico. Essa ha una fonte, il corpo ( fame… sessualità… movimento… aggressività… ), ha una meta che consiste nel soddisfare il bisogno, e ha un oggetto verso il quale è diretta ( il seno…il nemico…la cosa o la persona desiderate ecc…). La pulsione deve trovare uno sbocco, una qualche via di soddisfazione, se questo non accade mai si verifica un ingorgo energetico e ciò può portare alla malattia fisica o psichica.

Il concetto di ingorgo energetico, come fattore di predisposizione alla malattia, ha ancor oggi la sua validità.   

Un altro ambito di importanti contributi  per la psicosomatica ci viene dagli studi sullo stress degli anni ’60. Questi evidenziarono che lo stress determina un aumento del funzionamento delle glandole surrenali e che l’alterato livello degli ormoni che esse producono può causare variazioni della pressione del sangue, della regolazione del metabolismo degli zuccheri, del funzionamento del cuore, del sistema digestivo, delle prestazioni mentali.

Altri importanti studi risalgono agli anni’80 e hanno dato origine ad una nuova disciplina scientifica, la psiconeuroendocrinoimmunologia. Tali ricerche, approfondendo gli effetti dello stress sul sistema biologico hanno potuto cogliere l’interazione di vissuti psichici, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario in una circolarità di complessi meccanismi.

Questi studi hanno reso possibile cogliere i meccanismi fisiologici attraverso cui si passa dagli stati emotivi ad eventi  morbosi a livello somatico.

Il limite di questo modello teorico è che non coglie il significato profondo della malattia, infatti esso non è in grado di spiegare perché di fronte allo stesso evento stressogeno qualcuno resta sano, qualcuno sviluppa un lieve disturbo, qualcun altro si ammala gravemente.

Solo l’integrazione di queste conoscenze con una lettura in chiave simbolica, di derivazione psicanalitica, è in grado di decodificare il complesso linguaggio del corpo e di attribuirgli un senso.

Il modello teorico di una psicosomatica simbolica  non si limita a cogliere la relazione, le reciproche influenze di corpo e mente, ma si spinge a sostenere che ogni atto psichico è al contempo evento somatico. Psiche e soma sono eventi che continuamente accadono insieme, in una relazione di contemporaneità, ovvero di sincronicità e di specularità simbolica. Il nostro psicosoma è un insieme armonico e unitario di parti e funzioni mirabilmente integrate ed è un simbolo vivente, nel senso che ciò che accade nella psiche è puntualmente rappresentato simbolicamente nel corpo.

Ad un livello superficiale appare ovvio il rapporto mente-corpo, per esempio in presenza di forti emozioni il cuore accelera, il respiro si fa affannoso, il sudore, il pallore, il rossore sono esperienze psicosomatiche che tutti conosciamo. Meno evidente è questo rapporto in presenza di più sottili processi emotivi e cognitivi che vadano ad incidere per lunghi periodi, magari per anni, alterando i processi biochimici e il funzionamento dei nostri sistemi ed apparati.

Segnali che vengono dalla mente possono provocare alterazioni anche istantanee nel corpo, ma quelle alterazioni che chiamiamo malattie sono l’esito di lunghi e permanenti processi.

Quali sono gli stati mentali che producono salute e quali producono malattia? Perché la malattia ci colpisce in un organo o apparato piuttosto che in altri?

Che cosa hanno in comune un disagio mentale e una malattia fisica?

Perché alcuni si ammalano a livello psichico e altri a livello fisico?

Per rispondere a queste domande occorre imparare a comprendere il linguaggio del corpo, oltreché il linguaggio della psiche, familiarizzare coi nostri  conflitti, con le nostre  difese, sapere che vivono in noi delle pulsioni che devono trovare ambiti di soddisfazione, occorre sapere che gran parte di quanto ci accade é espressione del nostro inconscio e che il suo linguaggio è simbolico.

La consapevolezza è la nostra più grande sfida, è il nostro più grande compito, è la strada per conquistarci benessere e responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, è la strada per sfuggire la staticità  e aderire a quel principio di trasformazione che informa di sé tutto ciò che vive. E’ la strada per trovare le risposte e le soluzioni per i nostri disagi e per trovare il senso stesso della nostra vita.


Dott.ssa Maria Gurioli
Psicologa e Psicoterapeuta

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Dr.ssa Maria Gurioli

Psicologa e Psicoterapeuta a Ferrara
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